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"La percezione e la consapevolezza del senso limitato del nostro vivere, trovano e possono trovare - sempre nel contatto con la sofferenza ed in special modo quando ci confrontiamo con la malattia - la via della sublimazione. Ovvero la capacità di guardare in alto e dall'alto, non mai dimenticando però le voci/sensazioni/richiami che la natura alla quale pur apparteniamo incessantemente ci manda. Penso a Joe Bousquet, che di questo ha dato ampia testimonianza, dimostrando con l'alto livello della sua autocoscienza e con la sua scrittura che le ferite del corpo, ed anche l'immobilità, possono trasformarsi in strumenti elettivi di ascolto/conoscenza di se stessi e del Mondo. Questo, io credo, è il messaggio che Vernacotola ci può dare".